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giovedì 23 ottobre 2014

Cercare e trovare la felicità nella tristezza

Un titolo apparentemente banale, o utopico forse?
No.

Credete e fidatevi di ciò che leggerete, semplicemente.
Provate a sgombrare la mente da ogni più elementare pensiero, da ogni preoccupazione, pianificazione, ricordo del passato, e rimembranze di sensazioni già avute.

Se siete tristi, qualunque possa essere la causa, avete fondamentalmente due strade da poter percorrere adesso. 




La tristezza, l'angoscia, il male di vivere, possono essere segnali di una vita che non è la nostra. Stiamo facendo qualcosa o stiamo vivendo in una maniera che non ci appartiene, che non sentiamo nostra.
La paura di perdere qualcosa nel cambiare, il timore di stare magari ancora peggio, spesso ci impedisce di virare, di cambiare marcia e direzione, e tutto quello che ci ritroviamo a fare è affondare ancora di più in questa grigia nebbia di inquietudine, un pugnale al cuore che diventa normalità.

Uno stato negativo può servire, e anche molto, ma non deve mai diventare un'abitudine.
Non deve mai diventare la normalità, l'unico stato di coscienza possibile e praticabile.

Insomma, per qualche ragione, che sia di cuore, di lavoro, di una qualche sconfitta, di inadeguatezza, ci sentiamo tristi o comunque non gioiosi, non positivi, non felici di vivere e di affrontare questa sfida così meravigliosa dell'essere.
Le due strade che abbiamo sono essenzialmente un paio: una l'abbiamo già citata poc'anzi, abbandonarsi a questa situazione emotiva e in qualche modo crogiolarsi al suo interno, stendersi in una specie di sonno in lamento, dove non cerchiamo un attivo risveglio, una via d'uscita, una luce genuina del primo mattino.

L'altra strada, che è quella che dovremmo sempre seguire, presto o tardi, è la via del cambiamento.


Cambiare direzione per trovare la felicità nella tristezza

La vita è cambiamento, è evoluzione, è trasformazione continua e più ci si oppone al cambiamento, più ci si oppone alla vita stessa e non si può non soffrire. L'accettazione è pertanto un principio cardine (lo ritroverete in molte filosofie orientali soprattutto). 
Cercare la felicità nella tristezza vuol dire innanzitutto CREDERCI.
Significa credere in sè stessi e nel destino, credere che in mezzo a tutto il buio comunque una piccola luce ci sia sempre e può essere espansa sempre più.
Quando ci troviamo in una galleria lunga a volte non siamo in grado di percepire la luce in fondo al tunnel. Ma sappiamo che c'è. Sappiamo benissimo che basta proseguire ed è già al termine di tutta l'oscurità che la forza luminosa è là ad aspettarci.

Perchè non credere e fidarsi che sia così in ogni cosa, nella vita di tutti i giorni?
La tristezza è solo un ponte che ci mette a nudo, che ci dice: "così non va, fai delle scelte, cambia, agisci!"; e magari agire può significare anche solo a livello interiore, come atteggiamento mentale, come il famoso esempio del "bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto".

E stiamo attenti perchè qui non intendo dirvi di sorridere tanto per farlo, di vivere sperando o roba del genere. Qui scrivo di consapevolezza di voi stessi e del mondo, della realtà.


Conclusioni

Questo articolo forse dà un po' di discontinuità rispetto ai precedenti; ma solo apparentemente, esso ne è intimamente connesso.
In futuro torneremo su simili argomenti, di tanto in tanto, per andare all'essenza delle azioni che intraprendiamo più materialmente come risparmiare, lavorare, ecc.

Pur piccola che possa essere, c'è sempre una luce da seguire. Seguila!
  
 

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