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venerdì 31 ottobre 2014

Perchè voler smettere di lavorare


Voler essere liberi. Sempre e comunque.
Vivere come ci viene naturale.
Dedicarsi ad amici, cari, figli, partner, a noi stessi.
Trovare senso alla vita.

Solo alcuni dei tanti motivi che possono spingerci a voler smettere di lavorare. Ad abbandonare il nostro lavoro (più o meno ben pagato) e iniziare a vivere una vita più appagante, libera e felice.






Perché in realtà smettere di lavorare non vuol dire semplicemente oziare.
Non significa stare con le mani in mano e magari persino annoiarsi.
Significa essere ogni giorno più liberi di scegliere cosa fare nella giornata, magari quello che è più conveniente.
Perché la maggior parte di chi giornalmente lavora, ha un orario fisso, perdurante, che ci lega ad un sistema forzato di tipo routinario, spesso con scelte che vanno contro le decisioni razionali che prenderemmo se non dovessimo essere per forza sul posto di lavoro in determinati orari e giorni della settimana.

Facciamo qualche esempio per capire meglio:

  •  è l'ora del pranzo, dobbiamo rientrare a lavoro tra poco, oppure abbiamo due ore di buco ma siamo distanti svariati chilometri da casa: cosa facciamo, cosa mangiamo per pranzo?
    Nel migliore dei casi in cui siamo stati previdenti, ci saremo portati una ciotolina da casa, con un pasto già pronto, come del riso, oppure il classico panino imbottito, e una bottiglietta d'acqua.
    Negli altri casi, invece di cucinarci un bel piatto di spaghetti come faremmo a casa nostra senza nessuno che ci corre dietro, saremo costretti a recarci presso un bar, una pizzeria, un ristorante, a prendere qualcosa che probabilmente ci fa meno bene a livello di salute, che paghiamo ben oltre il suo vero valore... insomma, facciamo una scelta obbligata e poco razionale, ma appunto perché costretti, non ci poniamo molte alternative.
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  • è inverno, è freddo... a che ora mi faccio la doccia per evitare sia di prendere troppo fresco sia di sprecare eccessivo riscaldamento in casa? Il buon senso direbbe un orario intorno a mezzogiorno, in cui presumibilmente (soprattutto in giornate di sole) la temperatura è più alta. Se lavoriamo, probabile che a mezzogiorno saremo ancora "al pezzo" o in pausa pranzo: niente doccia, dovremo rimandare ad un orario più sconveniente sia in termini economici che di comodità, come la mattina o la sera, e magari accenderci lo scaldabagno elettrico che consuma parecchi watt. 

  • la fretta. A chi non è mai capitato di correre con l'auto, o con lo scooter, superando i limiti di velocità, rischiando una contravvenzione, solo per arrivare a timbrare il cartellino in orario ed evitarsi richiami dal capo? Eppure il buon senso, ci direbbe che, per la nostra salute e per il nostro portafoglio, faremmo bene a guidare con calma. A vivere con calma.
    Lo stress non porta salute, anzi.
    Eppure avere degli orari stringenti, dover raggiungere per forza certi obiettivi, assumere certi comportamenti... porta a situazioni a noi innaturali, ci forzano verso strade che sentiamo non nostre. Siamo essere umani, non macchine, non automi. Ma il lavoro come oggi è concepito nella maggioranza dei casi (pensate a Henry Ford e alla catena di montaggio) porta invece ad un meccanismo in cui per dare il meglio dovremmo essere sempre più simili a dei robots.
  •  ritrovarsi senza energie. Mi capita a volte, di aver pianificato di dover svolgere un certo compito, come ad esempio potare le piante in giardino. Ok, dico, appena esco da lavoro mi metterò all'opera. Poi succede che una volta fuori, non mi sento più così carico di energia e di voglia di fare come lo sarei stato se appena sveglio mi fossi messo in mezzo al verde invece che in una stanza illuminata artificialmente.



Sono solo alcuni esempi, magari anche banali, ma molto emblematici e indicativi... vale veramente la pena vendere la nostra salute e la nostra vita per dei soldi?

Le risposte possono essere molteplici, ma si può sostenere che solo ciò che è veramente essenziale per il nostro bene andrebbe acquistato o comunque ottenuto sacrificando tempo e salute.
Se per acquistare un divano più alla moda rispetto al comodo vecchio divano che abbiamo, chiediamo addirittura dieci ore di straordinario al nostro capo... qualcosa non va, obiettivamente, non voglio dare giudizi assoluti ma... chiediamoci, è davvero così importante? Così fondamentale?
E se lo fosse: è necessario ora?
Oppure si può programmare un acquisto col tempo, più naturale?

Interrogandoci su ciò che è veramente importante, giungeremo alla conclusione che si può lavorare meno senz'altro, e si può avere l'obiettivo di smettere di lavorare nel senso classico del termine, e darci da fare in proprio per poter arrivare comunque alla nostra più che sufficiente sussistenza.
Sostituendo sforzi e sacrifici diretti e indiretti per terze parti, con lavoro più diretto al nostro mantenimento, ad esempio curando un orto, o camminando coi propri piedi per spostarci, cucinando quello che mangeremo, ecc.

Perché voler smettere di lavorare? Per trovare la nostra vera strada, per utilizzare le nostre preziose energie più direttamente per renderci felici, e non per cercare la felicità nei mezzi, negli oggetti inutili di cui ci circondiamo a causa di un consumismo sfrenato, nocivo e controproducente.

Articolo da non perdere: Darsi piccoli obiettivi per vivere meglio





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